Mostra Armonie Geometriche
Nena Airoldi
L’eleganza nella composizione spaziale rappresenta il fil rouge creativo di Nena Airoldi, che concepisce le sue opere nella meticolosa ricerca della semplicità del gesto espressivo. La vera essenza delle opere dell’artista si potrebbe perciò definire come una poesia visiva, incentrata principalmente sugli elementi e sul processo di semplificazione tanto caro anche a Bruno Munari, che così si espresse in occasione della prima mostra personale di Nena Airoldi alla Galleria del Naviglio a Milano nel 1969:
“Il pubblico si trova sempre disorientato di fronte alla semplicità. Le soluzioni semplici sembrano ovvie, sembrano facili, pare che chiunque le possa rifare. Ma come tutti sanno, rifare non è fare. […]
Nena Airoldi lavora invece alla ricerca della semplicità. Le sue forme, nate da una lunga osservazione su certi aspetti strutturali naturali, sono rese con una freschezza che solo una costante ricerca di eliminazione del superfluo, può dare.”
Per questa occasione, l’allestimento a La Cantina di Muzzano documenta l’attenzione particolare ad un percorso selettivo di una trentina di lavori (fra collages e sculture), quale sunto delle opere più significative dell’artista nel ventennale della sua scomparsa.
La mostra, a cura di Aymone Poletti, permette così di seguire l’evolversi di una ricerca che, dalla metà degli anni Sessanta anche grazie all’incontro con il marito, l’artista e designer Enrico Ciuti, si è sviluppata come un discorso ravvicinato fra alcune delle grandi esperienze storico-artistiche del Novecento.
Nena Airoldi nasce a Milano il 6 marzo 1930 da padre luganese e madre piemontese. Terminati gli studi superiori alla Scuola Tedesca di Milano, frequenta la Scuola di Figura fino al 1950. Dal 1951 al 1952 si stabilisce a Parigi per un soggiorno di studio. Rientrata a Milano, lavora nel laboratorio di un maestro vetraio. Nel 1959 si diploma all’Accademia di Belle Arti di Brera.
Nel 1960 incontra l’artista Enrico Ciuti. Tra loro nasce un profondo legame sentimentale e artistico che durerà tutta la vita. Dal 1960 al 1968 Airoldi crea opere per edifici pubblici e privati, tra cui una grande vetrata nel Palazzo Campari di Milano. Nel 1969 tiene la sua prima personale a Milano, alla Galleria del Naviglio, e nel 1970 partecipa a una collettiva alla Galleria Permanente di Milano. La sua seconda personale sarà nel 1971 alla Galleria Studio La Città di Verona. Nel 1976 si trasferisce in Ticino ad Agra, dove continua la sua attività artistica, realizzando sculture, collages e gioielli. Nel 1997 si stabilisce ad Agno. Muore a Lugano il 12 luglio 2003, mentre è in corso una sua personale al Museo Plebano di Agno.
Nena Airoldi è presente in numerose collezioni pubbliche e private in Svizzera e in Italia. Alcune sue opere appartengono alla Confederazione Svizzera, allo Stato del Canton Ticino, alla Città di Lugano, alla Città di Chiasso, alla Società Ticinese di Belle Arti, a numerosi musei, tra i quali Aarau, e istituti bancari. Sue sculture sono esposte in spazi pubblici del Canton Ticino: davanti al LAC, nel campus dell’Università della Svizzera Italiana, alla Scuola elementare di Montagnola, lungo il Percorso artistico di Brè, all’Ospedale San Giovanni di Bellinzona e all’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio.