Casa Camuzzi
Montagnola · 1650, 1845
In via «Ra Cürta» trovi l’estrosa Casa Camuzzi, appartenuta all’architetto Agostino Camuzzi, nostro illustre concittadino.
Tra i gioielli architettonici che contraddistinguono il nostro Comune, casa Camuzzi è sicuramente una dimora sui generis che merita in modo particolare la tua attenzione. L’estroso edificio, infatti, è l’espressione del lavoro di diversi esponenti dell’omonima famiglia, tra i quali appunto Agostino Camuzzi (1808-1870).
Dopo essersi distinto sulla scena architettonica della Russia zarista, soprattutto Pietroburgo, Agostino fece ritorno nel nostro Comune. Forte dell’esperienza acquisita, egli decise di trasformare la costruzione del XVII secolo in una dimora su due piani connotata da un forte gusto eclettico e scenografico.
Casa Camuzzi divenne quindi la dimora privilegiata per il soggiorno nel nostro Comune da parte di diversi personaggi di spicco, tra i quali, ricordiamo:
lo scrittore Hermann Hesse, (1877-1962), tra il 1919 e il 1931;
lo scenografo russo Alexandre Benois, (1870-1960);
il commediografo e scrittore Ferdinando Fontana, (1850-1919);
i pittori Hans Purrmann (1880-1966), Gunter Böhmer (1911-1986) e , infine, Georg Meistermann (1911-1990).
Con una pianta ed alzato molto articolati, la costruzione culmina in una terrazza-belvedere con lanterna in legno e si protende verso l’alto con l’ausilio di una serie di pinnacoli.
Nella facciata sulla strada puoi ammirare il carattere scenografico della residenza, decorata da numerosi stucchi: dai mascheroni e dalle volute più appariscenti, a decorazioni più minute raffiguranti conchiglie, strumenti campestri, trofei di caccia, ghirlande e frutti.
Il portale – sopra il quale vi sono le iniziali del proprietario – dà su un atrio ornato da delicati stucchi neo-rococò realizzati dal Camuzzi. A nord, puoi notare una torre a pianta quadrangolare in mattoni a vista, coronata da una merlatura e sporti esagonali di gusto romantico.
Dall’atrio, trovi l’accesso ad un rigoglioso parco privato all’italiana, con un ninfeo al centro, realizzato sul versante di una ripida valletta e disposto su terrazzamenti che seguono l’andamento del terreno. Originariamente era completamente circondato da un muro, in pietrame con mattoni posti a mo' di decorazione, di cui sono ancora visibili alcuni resti e un’apertura in stile neogotico. Questo angolo verdeggiante con essenze rare è minuziosamente rappresentato nell’«Ultima estate di Klingsor», il racconto scritto nell’estate del 1919 da Hermann Hesse.
Proprio ad Hesse è dedicato l’edificio adiacente, cioè «Torre Camuzzi». Questa costruzione è stata oggetto di un intervento di ristrutturazione, nel biennio 1995-96, curato dall’architetto Nicola Losinger. Dal 1997, l’edificio ospita il Museo Hermann Hesse.