Chiesa parrocchiale di San Tommaso


Agra · XIII-XVIII secolo

In Via Municipio, ai piedi del Monte Croce e in posizione dominante sul paese, trovi la particolare Chiesa di San Tommaso.

La storia di questo edificio religioso solitario, che puoi ammirare nella sua bellezza recati a nord del paese, risale – almeno – alla fine del XIII. La Chiesa di San Tommaso, infatti, è menzionata per la prima volta in un inventario dei beni del capitolo della cattedrale di Como del 4 maggio 1298, in cui compare quale teste “Anselmo monaco della chiesa di San Tommaso a Agra”.

La chiesa ha subito numerosi e ripetuti interventi di trasformazione ed ampliamenti, che si sono susseguiti tra la prima metà del XVII secolo e il terzo quarto del XVIII secolo, probabilmente attorno al 1779 (come attesterebbe la data in facciata). In epoca più recente, è stata oggetto di un restauro generale condotto prima dall’architetto Eros Martignoni e, in una seconda fase, dall’architetto Gianfranco Rossi tra il 1968 e il 1980.

Osservando la facciata dell’edificio religioso, puoi notarne lo stile tardo Barocco e la muratura a vista, nonché la divisione orizzontale in due parti distinte. Nella porzione inferiore, il portale d’entrata è sormontato da un elegante frontone sagomato e affiancato da quattro pilastri. In quella superiore, invece, puoi ammirare l’iscrizione nel timpano (datata 1779) e la finestra sulla cui vetrata figura il santo patrono. Il campanile, accostato al coro, è di origine tardomedievale: lo stesso è stato rialzato nel Settecento. La meridiana, posta sul lato destro, risale invece al 1879.

Al suo interno, la chiesa custodisce dei piccoli tesori artistici.

La navata centrale – sormontata da tre campate voltate a botte – è affiancata da due cappelle che accolgono tele raffiguranti «l’Annunciazione» e «la Trinità», entrambe risalenti alla seconda metà del XVII secolo. Al presbiterio, dotato di una cupola a pennacchi, s’innesta il coro coperto da una volta a botte. Alle pareti della navata sono appese due piccole tele settecentesche con «la Chiamata di Pietro» e «la Crocifissione di Sant’Andrea».

Le cappelle laterali, erette all’inizio del XVII secolo, sono citate nelle visite pastorali a partire dal 1626. In quella dedicata alla Trinità (posta sulla sinistra) domina in bella mostra l’altare costituito da due colonne tortili in stucco lucido nero, un frontone interrotto ed elementi decorativi in stucco plasmati tra il 1626 e il 1670.

Le tele raffiguranti «la Trinità» e «l’Annunciazione», nella cappella opposta, sono collocabili entro la seconda metà del XVII secolo, mentre il tabernacolo in legno dorato è della prima metà del XVII secolo. Tutta la zona presbiteriale è completamente decorata con affreschi trompe-l’oeil (eseguiti tra il 1770 e il 1780 da un autore ignoto) che creano l’illusione di oggetti e spazi tridimensionali, ricreando colonne e nicchie riservate a diversi santi: Antonio Abate e Antonio da Padova, sui piedritti dell’arco che immette nel presbiterio, e i santi Giuseppe e Domenico (?) sulle pareti del coro.

Nella volta a botte posta sopra il coro, è possibile osservare i quattro evangelisti con i rispettivi simboli (Marco-leone, Luca-bue, Giovanni-aquila, Matteo-angelo) che fanno da cornice alla cupola che sfonda verso l’alto.

Il settecentesco altare maggiore realizzato con marmi policromi ospita la pala – dipinta nel Seicento da un seguace di Camillo Procaccini – che raffigura «l’Incredulità di San Tommaso».

 
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